Echi di albi precedenti in questo #49. La storia di Basil Wahssen, per come è strutturata e disegnata da Roi, non può non richiamare immediatamente alla memoria quella del mostro delle fogne di "Dal Profondo". Operazione recupero/imitazione/citazione perfettamente riuscita. Poi in qualche passaggio, come quello del giovane Hamilton tormentato in carcere dall'apparizione di Basil o quello dello smascheramento finale, che riporta suggestioni lontane di Jekyll, forse anche per i disegni di Roi, come al solito, in quel periodo, immenso. L'incipit e l'idea stessa dello spettro che si aggira in acqua tra la nebbia sono invece un gigantesco omaggio a Fog di Carpenter. Per il resto gli ingredienti della ricetta chiaverottiana sono sempre gli stessi: tanta mattanza da slasher di serie a/b/c, un serial killer che spacca e tanta ironia. A me fa sempre scompisciare la battuta di Bloch quando Dylan gli chiede se Scotland Yard aveva ispezionato bene la zona in cui erano stati commessi i delitti. Rimane qualche buco nella sceneggiatura (ad es. perché Linda Grayson segue Dylan nella macelleria Whassen senza richiamare la sua attenzione?) che però tutto sommato fila liscia fino al giusto finale, stavolta.
Buono, uno dei Chiaverotti migliori.
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