Cravenroad7

Groucho racconta, Dylan sogna...un po’ come dire che Lucarelli racconta e Sclavi sogna.
Di Lucarelli ho visto qualche apparizione in tv ma non ho mai letto nulla, per cui mi rimane assai difficile inserirlo nel contesto della storia e capire quale sia stato il suo reale contributo, sopratutto perché La strada verso il nulla è un racconto Dylaniano al 100% e quindi il lavoro di sceneggiatura di Sclavi domina incontrastato tutto il contesto narrativo.
Un mostroso incidente automobilistico, un autostrada da incubo che sembra non avere fine, un camion nero che perseguita Dylan e la sua misteriosa compagna Alga, una svampita ragazza raccolta sul ciglio della strada e diretta “non importa dove”, citazioni sparse, atmosfera surreale di grande fascino, trattasi di una storia in puro stile Sclavi, dove la realtà perde ben presto consistenza lasciando campo libero al sogno e all’incubo, al non-sense e alla malinconia.
E non importa se alcuni “indizi” sono facilmente individuabili, non è un giallo dove si aspetta il colpo di scena, dove è più bravo chi scopre prima il killer, è una storia che va letta e vissuta, è un viaggio da fare insieme a Dylan e Alga, è un incubo dove la logica lascia il campo ad altro, rientra pienamente in quel contesto di storie che hanno fatto grande il personaggio e il suo scrittore.
Piccole note a margine: il pistolotto sui ragazzi che tirano i sassi dal cavalcavia è in effetti un po’ “pesante” ma colpisce di più l’insistere di Sclavi (evidentemente a quei tempi era una vera ossessione per lui) sui mali di alcuni programmi tv, la cosa stupisce perché di questo tema lo scrittore aveva già parlato nell’intervista con Umberto Eco (Dylan Dog: indocili sentimenti, arcane paure) ma anche nel precedente albo Cattivi pensieri, dove c’è un dialogo tra Dylan e uno dei personaggi che praticamente è uguale a quello riportato in questa storia.
Altra piccola curiosità: nel finale c’è la citazione ad un episodio de Ai confini della realtà ma Freghieri si diverte ad inserire un altro personaggio di casa Bonelli, o almeno io ci vedo Nathan Never nel tizio che si vede di spalle a pag. 74 terza vignetta.
Per quanto mi riguarda tra le migliori storie uscite nel 1999 insieme a Il Battito del tempo (Medda) e Il sonno della ragione (Barbato), Freghieri forse in calo ma il suo tratto anche quando è poco “rifinito” è capace di trasmettere grandi emozioni.
Voto: 8

la strada verso il nulla
lucarelli è come se non ci fosse, a malapena c'è sclavi, è FREGHIERI il vero narratore, con lui le sceneggiature si scrivono da sole
storia criticata un pò da tutti, è un'operazione di riciclaggio spudorata, una "notte senza fine" tra duel e "phoenix"
la rivaluto, ci sono cose piacevoli: il metafumetto di groucho, la macabra cartellonistica, dylan che dice "stronzone" e "stronzi"
banale la scena dei sassi dal cavalcavia
copertina buona

voto 7

Storia sopravvalutata da molti per l'impianto melo-fantasmatico, che a me sa di forzatura compiaciuta e scopiazzante.

Lucarelli è meglio se si dava ai gialli storici o la cronaca di provincia, come tuttora fa .

ALOHA (E LA) PAURA, EH ?

"La strada verso il nulla" è un esercizio di stile, ma un ottimo esercizio.

Sclavi e Lucarelli hanno giocato, partendo da Duel di Spielberg (il film viene citato anche da Dylan).

Finale tragico scontato, ma la storiella onirica a spezzare il pesante tono thriller e non horror imposto in quel periodo da Ruju ci stava.

Copertina alla AC/DC, tavole di Freghieri un po' frettolose. Non un capolavoro, ma una bella parentesi nella lunga storia di Dylan Dog.

Ottimo Groucho.

Lucarelli poteva restare sui suoi gialli storici? Ogni tanto cambiare non fa male. E l'ironia di Coliandro in questo albo un po' la si vede.

Storia che ha diviso i fan. Chi la ama e chi la odia, non ci sono mezze misure. Quindi ce la metto io e faccio la media.

Storia insufficiente
Sprecati soggetto e disegni, la sceneggiatura è oltremodo pesante e logorroica nei dialoghi
Si esagera col surreale, e l'albo guadagna giusto mezzo punto nelle ultime delicate tavole, altrimenti era un 4 pieno
Voto 5 - -
Dylan comincia a puzzare di cadavere già da un po' di numeri

Un soggettista che con Dylan non ha nulla a che fare incontra uno sceneggiatore svuotato di idee alle soglie della pensione. Come se ne esce? Ma è facile! Sogni che sognano altri sogni, mentre il sognatore sogna altri che sognano i sogni che non sono sogni. Non ha senso? Ma che importa, l'importante è arrivare a pagina 98, magari inveendo un po' contro la televisione e scrivendo poesiole in rima alternata. Che strazio.
Più che mediocre.

Buonasera,
per quanto mi riguarda questa storia è bellissima, sa trasmettere un profondo senso di malinconia come pochi altri albi.
Baron Karza

La strada verso il nulla, ossia quella compiuta dal lettore per arrivare a pagina 98.
Mi viene da votare 6 per l'atmosfera affascinante, ma c'è solo quella in pratica