Albo che soffre dello stesso difetto chiaverottiano già accusato nel #96 "La sfida".
Incipit costruito bene, atmosfera intrigante (gran parte del merito in questo, oltre che a Freghieri, va anche al modello di riferimento, ovvero "Picnic ad Hanging Rock"), tante possibili soluzioni suggerite per stimolare l'interesse del lettore quando ecco arrivare la mazzata del finale, quasi da "cagata pazzesca". Veramente insostenibile
. Non è l'unico difetto comunque: ho trovato del tutto fuori contesto l'incontro nell'aldilà tra Ingrid e il macellaio e poco corretto (nei confronti del lettore) il giornalista attaccato dal "vento". Ma restano nella memoria anche cose meglio riuscite come gli agnellini, le frasi delle ragazze e l'inquietante picco della Strega ben rappresentato da Freghieri tra vento, ombre, pietre antropomorfe e misteriosa nuvola.Facendo una media voto accettabile. La prima volta che lo lessi mi piacque molto di più forse influenzato dalla citazione del film di Weir, che è tra i miei favoriti.
