Cravenroad7

lui scrive avventure però su zagor è stato meno naif che qui

Ha, qua non so che dire. Di certo l'atmosfera piratesca è intrigante, di certo i disegni del caro Giampiero valgono il prezzo del biglietto. Ma non posso farci nulla, non ho apprezzato per nulla la sceneggiatura. Troppe ingenuità, un Groucho spesso fuori posto, personaggi senza nerbo, situazioni poco convincenti. Peccato.

Nì. Boselli di mestiere in un albo molto verboso e molto riflessivo che mi ha ricordato quei pochi Dampyr che ho letto.
Un calderone di esperienze dylaniate pregresse (non ultimo L'inquilino del terzo piano, in alcune sequenze) che un po' piace e un po' annoia, un po' diverte e un po' innervosisce.
C'è Casertano, c'è il Boselli nazionale, c'è una sufficienza

Un'occasione buttata, quest'albo. Ancora aspetto una bella storia di Dylan Dog sui pirati.

Pirati (o semplici marinai) fantasmi su una nave fantasma? Non sarebbe male ed è qualcosa di classico nel genere horror che non stonerebbe certo con Dylan Dog.
Questa storia per me è accettabile, un 6 striminzito, con alcune parti noiose. Rimane l'unica sulla regolare (più una sul Color Fest) di un grande autore come Boselli per questa testata. Sono sicuro che farebbe di meglio, ma con tempo da poter dedicare a questo personaggio (e non penso ne abbia molto da togliere agli altri cui lavora come autore e curatore).

L'ho letta una sola volta ,eoni fa. Ricordo che mi era piaciuta

BOSELLI-CASERTANO 06/2000

...storia mediocre , piacevole solo Casertano.

Prima ed unica apparizione di Mauro Boselli sulla serie regolare di Dylan Dog, lo rivedremo all’opera ben dodici anni dopo sul Color Fest N 9, del resto Boselli è (ed era) uno degli sceneggiatori più impegnati in Bonelli ma secondo me al tempo il suo ingresso nella serie fu motivato anche da altro, ossia dall’uscita nelle edicole di Dampyr, personaggio creato in coppia con Maurizio Colombo.
Detto questo la sua storia è molto particolare, un omaggio alle avventure di Stevenson in chiave horror ma anche una ingarbugliata matassa narrativa sbrigliata solo in un convulso finale, del resto uno dei tratti caratteristici dello scrittore è proprio quello di proporre storie molto ricche di contenuti, racconti densi di eventi e personaggi, un suo marchio di “fabbrica” se vogliamo, che a volte però rischia di pregiudicare il risultato finale.
E’ il caso di questo L’isola dei cani?
A mio avviso no, è vero la trama è molto complessa ma Boselli non perde la bussola e mantiene una navigazione sicura aiutato senza dubbio dai disegni di un grande Casertano, il fantasma di un pirata, una Londra fumosa e inquietante a cavallo dei secoli, uomini cane che fanno qualche squartamento e una lunga e ripetuta fase onirica che affascina e ci trasporta letteralmente dentro la storia, e se la dimensione avventurosa prende il sopravvento snaturando forse l’essenza del protagonista (un Dylan in versione Long John Silver) va altresì evidenziato che la definizione dei comprimari è ben centrata, che il coprotagonista è un simpatico ometto al quale ci si affeziona subito e che la parte ironico grottesca rappresentata da Groucho viene gestita alla grande.
Mi manca la storia del Color Fest per cui non posso fare paragoni o approfondire un discorso critico sul Boselli Dylaniano...e comunque due storie non farebbero testo, resta il mio giudizio positivo per questa storia e il rammarico di non aver visto l’autore impegnato con più frequenza sulla serie, considerando che negli anni successivi abbiamo visto cose turche (e non in senso positivo).
Certo L’isola dei cani è una storia lontana dai canoni classici del personaggio e non mi sorprendono alcuni commenti negativi, io però l’ho apprezzata proprio per il suo essere “diversa”, credo che ogni tanto qualche variazione sul tema faccia solo bene.
Voto: 7.5

Mauro Boselli dovrebbe scrivere più spesso su Dylan Dog: la prova è "L'Isola dei Cani".

Perfetti salti cronologici, ottima caratterizzazione dei personaggi e un Giampiero Casertano nel suo periodo dove coniugava alla perfezione tratto naif a scene splatter.

Anche la copertina è una delle più inquietanti della serie. Forse per la prima volta appare la Londra della globalizzazione, che si scontra con quella nebbiosa e umida della pirateria.

Una di quelle storie che si rileggono sempre volentieri.

l'isola dei cani
il finale è ingenuo, bambinesco e tirato via, qualcuno potrebbe dire in puro stile boselliano...
e anche i mostri non è che siano proprio riusciti, eh... meglio realizzato il capitano zombi impiccato...
e molto meglio i ghouls della zagoriana "il ritorno di cain" che questi uomini-cane se li mangiano a colazione
insomma, la storia è imperfetta, però l'esordio boselliano su dylan dog è molto interessante, dylan è reso bene in una tradizionale indagine
al di là dei mostri poco riusciti, CASERTANO aiuta tanto, ma a destare interesse è soprattutto il collegamento con zagor
boselli si rifugia nell'immaginario stevensoniano e nei suoi classici zagoriani "il terrore dal mare" e "la nave nera"
il sogno, naturalmente, rimane quello di vedere un giorno casertano sulle pagine di zagor....
copertina bella

voto 8

Storiaccia...
Chissà perché si pubblicavano storie così orride sulla Serie Regolare
Non si salva davvero nulla in questo albo, nulla
Soggetto da altra testata, sceneggiatura mediocre e sballata nei tempi, e per chiudere il peggior Casertano con la peggiore girl del mese e i peggiori comprimari da un bel po'
Un bel 4 tondo tondo, anzi, 4 - -

una curiosità, la stora doveva essere più lunga e destinata ad un gigante.

Resta brutta lo stesso!

ricordo che mi aveva deluso. forse in versione gigante storia lunga avrebbe reso di più. di sicuro boselli ha dovuto tagliare molto.

Non è il mio genere, il prodotto è accettabile, i disegni belli, ma lento a scorrere. Non è quello che mi aspetto dal fumetto, di fatto (come hanno già fatto notare in tanti)

6