Cravenroad7

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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 4:52 pm 
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Iscritto il: sab ago 27, 2005 8:53 pm
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Ho letto anch'io l'intervista su Repubblica. Bella, però alla fine dice di essere tornato a scrivere solo perchè gli sono tornate le idee. Non sa spiegarselo bene nemmeno lui perchè (a mio avviso). Stava male, ora sta meglio...

Più dici cose stupide, più gente ti rispetta
più parli con la testa, più gente va di fretta


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 5:02 pm 
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qualcuno puo' mandare in qualsiasi formato l'intervista?
grazie
al mio indirizzo...


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 5:22 pm 
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la pagina è molto grande e la scansione non mi viene bene. se vuoi, posso trascriverla direttamente io. cosa ne dici?


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 6:22 pm 
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ok grazie Boe! decidi cosa fare, se trascriverla o mandarmela magari un pezzo alla volta scannerizzato
l'indirizzo è: informazioni@cravenroad7.it

appena risolvo alcuni problemi col pc metto online


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 6:34 pm 
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allora trascrivo e te la spedisco.
chiedo solo un po' di pazienza..


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 7:31 pm 
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che mondo sarebbe, senza JD

Intervista di Antonio Gnoli a Tiziano Sclavi.
(da Almanacco dei Libri di Repubblica del 15 aprile 2.006)

Dopo alcuni anni di silenzio il creatore di Dylan Dog torna con un
romanzo personalissimo, in cui si mescolano gli elementi della fantascienza
con quelli piu' strettamente autobiografici. Il risultato e' sorprendente.

Dopo anni di silenzio, crediamo sofferto, Tiziano Sclavi torna alla
scrittura. E lo fa con una storia a tratti personalissima e allucinata nella
quale i motivi biografici si intrecciano con quelli fantastici. Ne viene
fuori un
romanzo tagliente, bello, insolito, scritto in prima persona. L'idea che il
lettore si puo' fare di Il tornado di valle Scuropasso (il titolo allude ad
un luogo
dell'infanzia) e' di un'estenuante discesa agli inferi, dove non c'e'
redenzione, ne' gloria, ma un palpabile dolore che avvolge la vita
dell'autore. Le armi di Sclavi sono la memoria tormentata, l'ironia con cui
ama mettersi in discussione, la visionarieta' che deforma il sottofondo
realistico e soprattutto lo stile. Scarno, secco, sfrondato dal desiderio di
abbellire, smussare, addolcire la frase. Se la frase rispecchia una porzione
del mondo, in quel riflesso si potra' cogliere il segreto dello scrittore:
la sua aspirazione e la sua condanna.

- A che cosa aspira Sclavi? E qual'e' la sua condanna?

'Vorrei essere uno scrittore umile che non vuole trasmettere nulla che non
sia maturato nel libro. E questa aspirazione puo' essere letta anche come
una condanna.'

- Per anni avevamo perso le sue tracce, intendo come scrittore. Che cosa le
e' accaduto?

'Avevo semplicemente smesso di scrivere. Ho cinquantatre' anni. Fino
all'altro ieri mi guardavo dentro e vedevo un uomo sfiduciato, vecchio,
stanco, amareggiato.
Poi all'improvviso ho ripreso in mano l'abbozzo di romanzo che tenevo nel
cassetto e l'ho portato a termine'.

- Se dovesse presentare il libro ai suoi lettori che cosa gli racconterebbe?

'Quando scrissi Non e' successo niente volevo fare un romanzo da ridere,
questo nuovo libro aspira ad essere un thriller ufologico'.

- Un romanzo di fantascienza, ma con molti riferimenti personali.

'Non ho molta fantasia e per questo la mia vita si infila dappertutto. Con i
fumetti riesco a creare dei personaggi che sono fuori di me. Con i libri e'
diverso, mi lascio
coinvolgere e alla fine una parte di me resta invischiata tra le pagine'.

- Lei si definisce un artigiano della scrittura. Che cosa vuole ottenere con
il libro?

'Mi accontenterei di fare un po' paura al lettore.'

- E' una paura che la riguarda?

'E' uno dei sentimenti che aiuta a vivere. Anche nella paura ci si sente
vivi, perche' si vedono i nostri limiti, si intuisce cosa si sta perdendo'.

- La paura e' un sentimento irrazionale.

'Non sempre. Altre volte e' un codice, un allarme che suona nella testa e ci
avverte della portata di un rischio, del peso di una minaccia, del senso
dell'impotenza.
Ad ogni modo protagonista del mio romanzo non e' la paura, ma la
solitudine'.

- Una solitudine che lei racconta come in una specie di diario.

'Un diario scritto al passato prossimo. Non sopporto l'uso del passato
remoto nei romanzi'.

- C'e' molta differenza - per lei che e' l'autore consacrato di Dylan Dog -
tra il fumetto e il romanzo?

'Ce ne e', questo e' ovvio. Ma il romanzo e' stato scritto in parte come se
fosse la sceneggiatura di un fumetto. Ricordo che avevo cominciato a
lavorarci dividendolo per inquadrature. Poi, come le ho gia' detto, l'ho
piantato li' per anni. Salvo riprenderlo ultimamente'.

- Perche' l'aveva interrotto?

'Perche' sono stati anni duri, durante i quali stavo lentamente scivolando
nell'alcool. In questi casi non hai molta voglia di occuparti della tua
scrittura, pensi solo a sopravvivere alle giornate che scorrono lente. Ho
ripreso il romanzo solo quando mi sono sentito un po' meglio'.

- Il libro lascia trasparire questo stato d'animo.

'Quello che ho vissuto - la degradazione, i tormenti, perfino il sangue -
torna nelle pagine che ho scritto'.

- Questo stato d'animo ha un nome: depressione. E' curioso che lei lo leghi
alla figura irrisolta della madre.

'C'e' un rapporto di causa-effetto. Nel senso che la madre rovina la vita
del protagonista, provoca la sua malattia'.

- E' una figura drammaticamente avvolgente.

'Indubbiamente condiziona sino allo spasimo il protagonista. Ma sulla madre
e' tutto quello che ho da dire'.

- E sulla malattia?

'E' la mia seconda pelle, essa mi accompgna da quasi tutta la vita. Sono
passato attraverso montagne di sofferenza, ma si vede che il mio cervello
deve funzionare cosi''.

- Che cosa intende?

'Sono entrato nel mio ventisettesimo anno di analisi. Ritengo sia quasi un
record. Al mio analista ho detto: 'La mia testa non funziona, e' come se una
piccola sostanza chimica alterasse il mio cervello'. Lui sostiene di essere
d'accordo. Dice: 'Vedi, e' cosi' che nasce la depressione'. E' vero, ma
perche' a me si' e a un altro no? La colpa di questa depressione ho finito
con il darla alla madre. Penso che il fenomeno chimico sia una conseguenza,
penso che da piccolo ero un bambino socievole e felice e poi, a un tratto,
tutto questo e' sparito per lasciare il posto ad angoscia e disperazione'.

- Lei lega la malattia anche alla scrittura.

'Non c'e' molta distinzione tra la malattia e lo scrivere. E' banale dirlo:
la scrittura e' catartica. Almeno per me lo e' stata profondamente. Per
questo ho scritto, e ogni volta che l'ho fatto e' stato pensando di mettermi
contro qualcuno: contro di me, contro i miei genitori, contro le zone buie
dell'esistenza. Trovo che sia un modo sano di ribellarsi. Ma ho sperimentato
anche i modi insani'.

- C'e' nel romanzo una figura femminile: una moglie da cui divorzia:
Viviana. Chi e'?

'E' il solo personaggio che non nasce dalla mia vita. Vivo benissimo con la
mia compagna. Da anni stiamo insieme, lei e' tutto per me: il mio punto di
riferimento, la mia ancora. Ma nel romanzo ci tenevo a creare qualcosa che
fosse esterno a me. Volevo far vedere che la separazione da una moglie e'
un'altra delle tante facce della solitudine'.

- Compare anche una figlia, che non si capisce, alla fine, se c'e' o non
c'e'.

'E' un'esistenza volutamente tenuta incerta. Io non ho figli. E questo mi
provoca un senso di solitudine. Nel romanzo la solitudine viene interrotta
dall'arrivo degli alieni. Pur di avere compagnia invento gli alieni!'.

- Diceva dei figli. Non li ha, ma li desidera?

'Non posso averne, sono sterile. Mi sono rassegnato e non mi importa piu'
molto. Dal punto di vista biologico mi si puo' catalogare tra gli esseri
perfettamente inutili.'

- Scherza?

'No. La natura pensa solo alla conservazione della specie. Io sono
pleonastico e questo non mi ha rallegrato. Adesso tutto e' passato. In fondo
si dice che il desiderio di paternita' non esiste, esiste solo quello di
maternita'. Ma dopotutto con il mio romanzo cosparso di figure impalpabili
volevo fare della fantascienza. Della semplice fantascienza all'italiana.
Ecco, mi piace pensare al modello di Dino Buzzati. Lui scrisse un
meraviglioso racconto di fantascienza'.

- La fantascienza e' un genere popolare. Ma lei ha riempito questa astronave
di oggetti molto personali.

'Si', pero' non vorrei dare l'impressione di uno che non fa che piangere
tutto il giorno. Sa qual'era la mia ambizione? La stessa che ho avuto di
abolire l'odiosa divisione tra fumetto d'autore e fumetto popolare. Con i
romanzi e' la stessa cosa. Per me non ha senso la divisione tra una cultura
bassa e una cultura alta. Mi e' capitato di imbattermi in grandi capolavori
di genere e in orrende prove di letteratura alta. Pensi a Maus di Spiegelman
(ndr: curiosamente riportato come Mauss di Spiegelmann nell'articolo...:-)):
e' un fumetto che si mangia tutta la letteratura italiana contemporanea, me
compreso. E allora dov'e' la barriera? Non esiste'.

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"Non importa che tu vinca o perda.... purchè tu vinca!!" Vince Lombardi, coach dei Green Bay Packers, campioni NFL 1967 e 1968


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 7:45 pm 
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Iscritto il: mer ago 03, 2005 9:21 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">che mondo sarebbe, senza JD
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
un mondo meno stancante, visto che l'intervista l'ho trascritta anch'io e l'ho spedita a mirco.. con anche una vecchia intervista, di qualche anno fa.


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 8:36 pm 
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Iscritto il: sab ago 21, 2004 12:02 am
Messaggi: 1849
Bella questa intervista, toccante a tratti.
E' un piacere per me sentirlo di nuovo all'opera.

A.

-------------------------
"I fumetti sono cose per bambini!.."
"Anche la pedofilia"
Leo Ortolani


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 8:39 pm 
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Iscritto il: mer lug 16, 2003 2:10 pm
Messaggi: 6604
caro boe, si vede che sei un po' niubbo, passeranno mesi prima che mirco la metta sul sito :D

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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 8:45 pm 
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Iscritto il: mer lug 25, 2001 1:00 am
Messaggi: 7114
JD e Boe siete gentilissimi, vi metto entrambi nei credits come: "Trascritto da.."
basta che mi confermiate che non l'avete copia\incollata da qualche altra parte dato che gia' comincia a girare su internet... io voglio solo materiale "orginiale"
grazie ad entrambi!!!
PS: ho il pc fuso, la Ram è andata, ma con un banco solo dovrei riuscire a metterla online stasera, è troppo importante
Grazie ancora


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 9:16 pm 
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Iscritto il: mer nov 24, 2004 10:02 pm
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Località: Provincia di Taranto
bella!

________________________
La voce più misera
spesso diventa la più autoritaria
perché non potendo esser compresa
le resta soltanto d'essere obbedita


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 9:16 pm 
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Iscritto il: mer ago 03, 2005 9:21 pm
Messaggi: 510
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">caro boe, si vede che sei un po' niubbo, passeranno mesi prima che mirco la metta sul sito :D

<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
e allora sono *niubbo* :D

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">basta che mi confermiate che non l'avete copia\incollata da qualche altra parte dato che gia' comincia a girare su internet...
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
confermo: trascritta dall'intervista apparsa su "la repubblica" di sabato 15 aprile. prima pagina de "almanacco dei libri".


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 9:17 pm 
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Iscritto il: gio mag 27, 2004 4:36 pm
Messaggi: 3479
Il Mircone Nazionale ci riserva sempre nuove sorprese [:D][:D]

__________
La vita è ciò che succede mentre programmiamo il futuro...
__________
Strana malattia il razzismo: colpisce i bianchi, ma uccide i neri...
Albert Einstein
__________
Io voglio che Nessie esista!


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MessaggioInviato: mar apr 18, 2006 10:24 pm 
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Iscritto il: sab nov 08, 2003 9:52 pm
Messaggi: 932
Grazie di averla riportata, bella intervista. Penso che comprerò il libro.

"Io non guardo il tramonto sentendo le voci, penso solo che dio ha un bell'impianto luci..." (Afterhours)


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MessaggioInviato: mer apr 19, 2006 1:25 am 
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Iscritto il: ven feb 03, 2006 3:29 pm
Messaggi: 7581
Località: Grottaglie(TA)
Mi è parso uno Sclavi un pò triste...di solito nelle sue interviste ci mette sempre un pò di sana ironia. Stavolta nisba o almeno nn come ci si aspetti.Sarà l'età? Come vorrei ke fosse immortale e continuasse a scrivere le sue meravigliose storie per sempre .[V]


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