<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Alias</i>
Scusa Vincenzo, ma... sei stordito [^]? Tra tutte le cose che mi si possono imputare questa è l'ULTIMA! Dov'è che IO di MIA iniziativa avrei creato il suddetto retroterra personale? Nel 200? Sai bene che il 200 mi è stato commissionato. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote"> Sì, be', capisco, ma l'autrice che firma la storia sei tu in ogni caso. Vogliamo dire che la responsabilità è di "Paola Barbato" invece che di Paola Barbato? Va bene. Nell'economia della testata non cambia nulla. Anche perchè normalmente io neppure dovrei sapere che è stata "Paola Barbato": io leggo Paola Barbato e tanto mi basta. (Molti neppure leggono Paola Barbato: leggono sul frontespizio Dylan Dog, punto.)
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Ne "La scelta", che era un gioco, un "What if" e NULLA ha cambiato nell'universo della serie (anche se a te non è piaciuto perchè ti ho "usurpato" del diritto di immaginarti da solo le varie variabili -e ribadisco "MAH!" su questa tua obiezione-)? <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">"La scelta" è parte integrante della serie. Serie mensile, almanacchi, maxi, speciali, giganti sono da tempo tutte serie regolari: gli albi speciali hanno perso ogni loro specialità, perfino quelli di Martin Mystère, i più tetragoni ad allinearsi. "La scelta" non mi è dispiaciuta, ma date proprio le caratteristiche dell'icona DD, resta un'*invasione di campo*. Per carità, Paola, non metterti sulla difensiva, non è un'accusa di alto tradimento - Dylan Dog è un fumetto piacevole, non il centro della vita, nè tuo nè mio: possiamo discuterne con calore senza farne un evento capitale per le nostre esistenze. E' però un'individuazione dei limiti che un autore dovrebbe rispettare nel momento in cui scrive un personaggio che, sotto molteplici aspetti, non è suo (e da tempo non è neppure, concettualmente, di esclusiva del suo creatore). Poi chi scrive sei tu, e giustamente scrivi come vuoi, seguendo anche le indicazioni di creatore/curatore/editore, come è normale. Ma è altrettanto normale che un lettore, scrivendo e discutendo, puntualizzi ciò che concettualmente è errato in certe scelte, e che lo ripeta al ripetersi della cosa.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
La piccola provocazione de "Il tocco del diavolo" (che anche quella verteva sulla PERSONALITA' di Dylan, i suoi rapporti con le donne e un ACCENNO a quando ha conosciuto Groucho)? Insomma, DOVE? Puoi dirmi che strapazzo Dylan, che lo faccio soffrire, che lo butto sempre in prima persona nelle avventure, che lo faccio scopare poco, che non sono il genio della battuta per Groucho, che spesso i miei comprimari mettono in ombra il protagonista... Ma a me del passato di Dylan non importa un ciufolo! Ne parlo quando mi viene detto di farlo. Punto. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote"> Ok, ma che ti importi o meno, che tu lo faccia o meno quando ti è richiesto, ciò avviene in albi che portano la tua firma. A volte in modo profondo, a volte più leggero, altre volte per nulla. Ma sempre troppo per quelle che sono - ma dovrei dire a questo punto: erano - le caratteristiche del personaggio. Che ormai è cambiato. In meglio o in peggio ha poca importanza, quel che vedo è un personaggio - nelle storie a tua firma - diverso dall'icona codificata. Vorrei spiegarmi con la dovuta accortezza ed esprimendo esattamente il mio pensiero: questo Dylan che esce dalle tue storie è più banale. Come personaggio, perchè le tue storie sono quasi sempre interessanti: dammi il credito di saper riconoscere il tuo talento, anche se ti sembra che io ti voglia male [;)]. Però il personaggio ne esce banalizzato, diventa un altro dell'infinita teoria di eroi umanizzati con una storia personale tragica ed arzigogolata. Scrivere bene un eroe di questo genere non è certo facile, tutt'altro. Ma creare un'icona e farla funzionare nel tempo è infinitamente più difficile che creare "semplicemente" un eroe a tutto tondo. Averla tra le mani e destrutturarla è, secondo me, un brutto passo falso. Piace questo nuovo DD? Ma certo che piace, per la miseria! Cosa c'è di più solleticante del gossip? E non è gossip scoprire i "segreti" di un personaggio così longevo e amato? Solo, che si rischia concretamente di bruciarlo.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
E quando faccio comparire Xabaras è solo perchè SECONDO ME mettere in soffitta un personaggio così affascinante, letteralmente SCOMPARSO dalla serie, sembra uno spreco immenso.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Tra uso e abuso c'è differenza, però. Nel gioco degli scacchi si dice che una minaccia è più efficace della sua realizzazione: questa è la funzione migliore di Xabaras. Il che non significa non usarlo, ma usarlo quando si ha l'idea adatta. Se no si finisce come con Mefisto alla sua ultima apparizione :-\
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"> Insomma, Vincenzo, se mi accusi di essere IO a portare il vessillo dello spiegazionismo sul passato di Dylan mi fai un torto. E pure bello grande.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Ma se lo leggo nei tuoi albi, ch'aggio a fa'? [;)]
V.
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