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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: ven feb 28, 2020 11:10 am 
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Nima83 ha scritto:
Keanu Coen ha scritto:
Io dico solo: Corrado, un orecchio così brutto manco nei manga disegnati dall'ultimo degli assistenti sottopagati.


Mi metto nei panni del GENIO Roi: se la sceneggiatura è bella l'impegno aumenta.
Se la storia risulta un compitino persino il fratello disegnatore di Aleksej Grigor'evič Stachanov illustrerebbe in maniera approssimativa.
Massima stima per Roi, da sempre un mito.


Dieci anni fa, ricordo, un certo Sergej Scemuk, ucraino, ha superato il record di Stachanov. True story. Quindi da quel giorno chi lavora troppo è Scemuk. E alla Bonelli nessuno è Scemuk, evidentemente.

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: ven feb 28, 2020 11:32 am 
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Keanu Coen ha scritto:
Nima83 ha scritto:
Keanu Coen ha scritto:
Io dico solo: Corrado, un orecchio così brutto manco nei manga disegnati dall'ultimo degli assistenti sottopagati.


Mi metto nei panni del GENIO Roi: se la sceneggiatura è bella l'impegno aumenta.
Se la storia risulta un compitino persino il fratello disegnatore di Aleksej Grigor'evič Stachanov illustrerebbe in maniera approssimativa.
Massima stima per Roi, da sempre un mito.


Dieci anni fa, ricordo, un certo Sergej Scemuk, ucraino, ha superato il record di Stachanov. Quindi da quel giorno chi lavora troppo è Scemuk. E alla Bonelli nessuno è Scemuk, evidentemente.


Beh, immagino di no. Difficile (ma forse non impossibile, anche se evito di addentrarmi nel dettaglio in questo campo) trovare uno sceneggiatore o un disegnatore scemukista/stacanovista (chiaramente il mio era un riferimento "per assurdo"). Basta qualcuno che svolga il proprio compito in maniera certosina e volendo con un pizzico di ispirazione (cosa che non può esserci sempre, ma qualche volta risulta una componente necessaria). Ecco... impegno e "saltuaria" ispirazione potrebbero fare davvero tanto. Intanto basterebbe la prima componente, perché anche il primo remake che abbiamo a disposizione (e aspettiamo gli altri per un'idea definita) è solo un compitino stanco: se invece di plagiare Sclavi, un certo sceneggiatore avesse citato La Notte Dei Morti Viventi ora le polemiche sarebbero forse dimezzate: dunque non ripetere il plot di una storia che pure i sassi sanno a memoria, ma infarcire tale intreccio ex novo di recuperi cinematografici tangenzialmente adiacenti alla classica storia dylaniata sui morti viventi. (In soldoni: una nuova Alba Dei Morti Viventi più Notte Dei Morti Viventi avrebbe evidenziato una minore svogliatezza rispetto alla riproposizione in "salsa moderna" di un piatto di ben oltre trent'anni fa). :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: ven feb 28, 2020 12:00 pm 
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La differenza è che il mestiere di Roi è di disegnare al massimo delle sue possibilità, mentre il mestiere del Rrobe è duplice: scrivere delle storie accettabili, e monitorare il lavoro fatto dai collaboratori, disegnatori in primis. Quindi uno dei suoi compiti è dire: "Corrado, in questa vignetta Sybil sembra un trans, per favore ingentiliscila un po'; Corrado, questo orecchio sembra che l'ha disegnato Soshito Nakakata, per favore modificalo; Corrado, io ho scritto una battuta, ti costa troppo fare una faccia di dylan adatta a quella battuta? Se no, modifico io la battuta, tranquillo". Se dal punto di vista della scrittura delle storie il risultato è soggettivo, mi sento di dire che dal punto di vista dell'attenzione siamo largamente insufficienti.
Se Corrado dice a Lui "per favore scrivimi sceneggiature migliori" capace che la prossima volta lo vediamo disegnare le cartoline di natale di dylan. Se invece Egli dice "lavora un zinzinino meglio" sta semplicemente facendo il suo lavoro.
N. B. Sia chiaro che parlo di Roi solo per questioni di topic. Qui ci vorrebbe Zak: immaginando di tracciare un ovale che tocchi basetta-ciuffo di capelli-barba, in questa vignetta è tutto un dozzinalizzare progressivo man mano che ci allontaniamo verso i bordi. Oltre all'ovale non c'è letteralmente nulla.

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: ven feb 28, 2020 1:22 pm 
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Keanu Coen ha scritto:
La differenza è che il mestiere di Roi è di disegnare al massimo delle sue possibilità, mentre il mestiere del Rrobe è duplice: scrivere delle storie accettabili, e monitorare il lavoro fatto dai collaboratori, disegnatori in primis. Quindi uno dei suoi compiti è dire: "Corrado, in questa vignetta Sybil sembra un trans, per favore ingentiliscila un po'; Corrado, questo orecchio sembra che l'ha disegnato Soshito Nakakata, per favore modificalo; Corrado, io ho scritto una battuta, ti costa troppo fare una faccia di dylan adatta a quella battuta? Se no, modifico io la battuta, tranquillo". Se dal punto di vista della scrittura delle storie il risultato è soggettivo, mi sento di dire che dal punto di vista dell'attenzione siamo largamente insufficienti.
Se Corrado dice a Lui "per favore scrivimi sceneggiature migliori" capace che la prossima volta lo vediamo disegnare le cartoline di natale di dylan. Se invece Egli dice "lavora un zinzinino meglio" sta semplicemente facendo il suo lavoro.
N. B. Sia chiaro che parlo di Roi solo per questioni di topic. Qui ci vorrebbe Zak: immaginando di tracciare un ovale che tocchi basetta-ciuffo di capelli-barba, in questa vignetta è tutto un dozzinalizzare progressivo man mano che ci allontaniamo verso i bordi. Oltre all'ovale non c'è letteralmente nulla.


Non fa una piega. Pensiero chiaro, limpido, cristallino.
E dato che il discorso si è incanalato in un doppio binario, includendo sceneggiatori (anzi, sceneggiatorE/curatore) e disegnatori...
1) riguardo al primo elemento, se il doppio compito di R. finisce per dissipare inutilmente le sue energie, le quali devono essere suddivise da un lato sulle sceneggiature e dall'altro sul "curare bene", allora può lasciar stare uno dei due compiti per dedicarsi bene all'altro. Preferisce sceneggiare? Beh, immagino che senza il gravoso compito aggiunto di fungere anche da mastermind, gran macchinista, manovratore supremo delle trame dylaniate, magari può tirare fuori sceneggiature funzionanti. Si affida il ruolo di curatore ad un altro elemento, magari (e perché no) dotato di una certa esperienza in materia e memore degli errori fatti sino ad ora, e si ricomincia (non nel senso letterale del termine, si spera!). Al contrario, preferisce fungere da curatore? Ok, è bene che le sceneggiature siano affidate in toto ad altri personaggi (la seconda opzione mi piace di meno dato che nel periodo pre-reboot R. lo abbiamo visto prevalentemente come curatore e non mi sembra che siano state rose e fiori). Certo: curare e sceneggiare è un doppio compito, ma se si riesce a dare il 50% delle proprie possibilità in ognuna delle due cose allora è meglio dedicarsi solo ad una delle due e dare il 100%. Fare due cose e farle approssimativamente? Meglio di no.
2) riguardo ai disegnatori e alle approssimazioni: quando non sono troppo invasive/brutte a vedersi possono anche essere parte di un loro preciso marchio distintivo o di una sublimazione grafica frutto di un processo "in fieri". Basti pensare a quanto sono cambiati disegnatori come Piccatto e Dall'Agnol: entrambi abbastanza curati all'inizio della loro parabola dylaniata, e ora praticamente irriconoscibili.
Poi ci sono altri, anche blasonati, che hanno "usato" l'approssimazione a vantaggio di una certa espressività: basti pensare a Igort, Mazzucchelli (dai un'occhiata a Discovering America), Muñoz. Così, tanto per dire.
Dunque non è sempre ignobile un'eccessiva approssimazione. :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: ven feb 28, 2020 2:55 pm 
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Ahinoi, magari i Suoi impegni si limitassero a curare e a sceneggiare Dylan Dog. Dio solo quante attività parallele abbia, ultime ma non ultime le sue Rrecensioni di film su Best Movie e la sua attività forsennata di postatore social. Per quanto riguarda i disegni e le approssimazioni, bisogna vedere come si intende la sublimazione grafica. Autori come Milazzo, Miller, Mignola, ma anche Piccatto, Dall'Agnol, e voglio metterci anche Dell'Edera, ma gli esempi si possono moltiplicare, hanno fatto della stilizzazione grafica il loro marchio di fabbrica. Ma in quei casi la stilizzazione è TOTALE, quindi coerente. Se le facce disegnate sono un dedalo di linee apparentemente casuali, ci sta che le orecchie siano degli sgorbi. Le mani di Milazzo sono orrende, ma nel contesto sono perfette, perchè in linea con tutto il resto. Ci sta che Hellboy ormai sia l'ombra di quello che era un tempo. La stilizzazione è diventata stile. Non me la prenderei mai con Mignola perchè ormai Hellboy è diventato un demone rachitico sempre con le ginocchia piegate, perchè è chiaro che ormai disegna SOLO così. Roi invece cosa mi fa? Mi disegna ogni singolo pelo dei baffi, e i capelli porca miseria sembrano veri!, dopodichè mi spara 'sta recchia di gomma (cit.), camicia e cappotto casuali e sfondo inesistente. Non c'è coerenza. mi pare chiaro che si è concentrato sul focus della vignetta, cioè l'espressione di Dylan, e del resto se n'è (giustamente?) fregato. Ma non solo segni di stile, questi. Sono segni dei tempi.

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: ven feb 28, 2020 4:35 pm 
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Keanu Coen ha scritto:
Ahinoi, magari i Suoi impegni si limitassero a curare e a sceneggiare Dylan Dog. Dio solo quante attività parallele abbia, ultime ma non ultime le sue Rrecensioni di film su Best Movie e la sua attività forsennata di postatore social. Per quanto riguarda i disegni e le approssimazioni, bisogna vedere come si intende la sublimazione grafica. Autori come Milazzo, Miller, Mignola, ma anche Piccatto, Dall'Agnol, e voglio metterci anche Dell'Edera, ma gli esempi si possono moltiplicare, hanno fatto della stilizzazione grafica il loro marchio di fabbrica. Ma in quei casi la stilizzazione è TOTALE, quindi coerente. Se le facce disegnate sono un dedalo di linee apparentemente casuali, ci sta che le orecchie siano degli sgorbi. Le mani di Milazzo sono orrende, ma nel contesto sono perfette, perchè in linea con tutto il resto. Ci sta che Hellboy ormai sia l'ombra di quello che era un tempo. La stilizzazione è diventata stile. Non me la prenderei mai con Mignola perchè ormai Hellboy è diventato un demone rachitico sempre con le ginocchia piegate, perchè è chiaro che ormai disegna SOLO così. Roi invece cosa mi fa? Mi disegna ogni singolo pelo dei baffi, e i capelli porca miseria sembrano veri!, dopodichè mi spara 'sta recchia di gomma (cit.), camicia e cappotto casuali e sfondo inesistente. Non c'è coerenza. mi pare chiaro che si è concentrato sul focus della vignetta, cioè l'espressione di Dylan, e del resto se n'è (giustamente?) fregato. Ma non solo segni di stile, questi. Sono segni dei tempi.


Riguardo a R. posso ribadire lo stesso discorso di prima in maniera esponenziale: se deve fare bene una cosa è inutile che ne faccia cento. Non credo che il medico gli abbia ordinato di avere sollazzi paralleli. Immagino che la pretesa di ogni lettore di questa testata sia di avere un buon prodotto tra le mani. L'impegno maggiore dovrebbe essere indirizzato a questo. :wink:
Riguardo a tutta la faccenda dei disegnatori... beh, allora ritorniamo al mio discorso di partenza (se la trama è svogliata magari - e dico magari - chi illustra impiega minore impegno), e comunque è facile magari che per accelerare i tempi di consegna un artista eviti qualche volta di essere super dettagliato, tralasciando per dire alcuni particolari (da notare le orecchie fatte dall'ottimo Gerasi sullo speciale n. 31 de Il Pianeta Dei Morti: spesso sono fatte molto frettolosamente, prive di dettagli. Guarda per dire la terza vignetta a pagina 75... la donna ha un orecchio assolutamente non definito). In questo caso abbiamo una saga bellissima, dunque una trama stimolante, ma magari per andare più spediti certi disegnatori tralasciano più o meno volontariamente certi dettagli. :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
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Purtroppo non si può dire cosa un disegnatore trovi più o meno stimolante, anche se posso solo immaginare cosa scatti nella mente di un disegnatore che si trovi indicazioni come "vignetta uguale alla precedente" per tre volte; per cui, non sapendo né leggere né scrivere, io darei per certo il problema dei tempi di consegna, che devono essere una spada di Damocle niente male, e il fatto che non si può davvero dare il massimo ininterrottamente per un albo e mezzo, specie in scene di raccordo o comunque poco pregnanti. Vignette che io, a questo punto, NON userei come materiale propagandistico, non fosse altro che per non far fare magre figure ai disegnatori con i lettori (ovviamente quelli che non commentano "sublime" ad ogni cosa)

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 Il tramonto rosso
MessaggioInviato: sab feb 29, 2020 11:06 am 
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Okay, ho visto un'altra vignetta con una frase favolosa, ma questa non ve la voglio postare. È giusto che la vediate a tempo debito. Buona lettura a chi ha già trovato l'albo.

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